Sulle strade della Baja California il senso di libertà sale alle stelle
La trasferta in Baja California comincia in modo tutt’altro che omogeneo, come ormai è abitudine. Personalizzare i viaggi è un servizio incluso nel prezzo per Kanaloa! Così, mentre io atterro nella Città degli Angeli il 6 gennaio, vengo raggiunto due giorni dopo da Serena, Marco e Vincenzo. Il giorno seguente arrivano Lucia e Fausto. Questi ultimi, fanatici della trasmissione Man Vs Food, sono i nostri ciceroni in tema gastronomico. Li seguiamo da Felipe in downtown, ma il jet lag ci permette appena di gustare un delizioso french deeped sandwich. Il mattino siamo di nuovo in volo per raggiungere Cabo San Lucas. Qui il nostro amico Stefano ci introduce a usi, consuetudini e sapori della Baja California. È ancora legata fortemente alla storia e alle vicende che negli ultimi secoli nativi, missionari e conquistadores hanno scritto su questa terra desertica ma brulicante di colori, luce e vita. Iniziamo il nostro viaggio con la visita in barca allo stupefacente arco Land’s End, a sud del quale si estende solo il Pacifico. Poi via terra per godere del tramonto visitando San Josè del Cabo e l’antica città mineraria di El Triunfo dove svetta la curiosa ciminiera di Gustav Eiffell. Il giorno seguente comincia l’avventura on the road. È la prima volta che battiamo le strade messicane ma possiamo contare, come sempre, sull’appoggio di EagleRider. Per la consegna delle moto ci attendono due simpatici personaggi. Jeff e Sean sembrano usciti da un fumetto per la loro pittoresca interpretazione della lingua italiana; si riveleranno guide estremamente professionali in moto senza privarci di una certa dose di libertà per l’interpretazione della nostra avventura. La flotta si compone di Street Glide, due Electra, un Heritage Softail e due Indian Chieftain che ci scambieremo frequentemente durante il tour. Todos Santos, La Paz, Baja Magdalena, Loreto, Sant’Ignazio, Guerrero Negro, Catavina, San Quintin, Ensenada… Queste località dai nomi evocativi oggi sono collegate dalla MEX 1, l’unica arteria che corre lungo la penisola. L’asfalto è bollente e in buone condizioni, tranne che in pochi tratti. Le 1.350 miglia scorrono veloci ed emozionanti, regalandoci panorami mozzafiato e tramonti dai caldi colori. I profumi dei due mari avvolgono l’aria anche quando, in pieno deserto, ci sembra di essere sul set di uno spaghetti western. Il paesaggio suggestivo si concede a poche ma sorprendenti forme di vita animali e vegetali. Tra queste il celebre cardon, cactus dalle possenti braccia che si erge fino anche a 18 metri e i curiosi cirios, una sorta di carota rovesciata, concentrati nell’omonima valle di Catavina.

Il lento ritmo di vita tipicamente messicano non viene influenzato dall’evoluzione turistica degli ultimi decenni. Passeggiamo nelle varie località con tranquillità; veniamo spesso fermati con curiosità dai locali, attratti dalle moto e dal nostro tipico fare sbarazzino italiano. Scorgiamo spunti interessanti: uno sfasciacarrozze sperduto nel deserto o il saloon Hussong a Ensenada. E poi il mare, col costume sempre a portata di mano: spiagge bianche deserte mozzafiato sull’Azul Cortes, il mare della baia interna, e grandi onde a ovest sull’Oceano Pacifico. L’emozione ci sorprende all’unisono quando avvistiamo balene che in questo periodo migrano dai freddi mari del nord per accoppiarsi. Accompagnati di tanto in tanto da schiere di avvoltoi dal collo rosso ci dirigiamo verso nord. Il paesaggio cambia completamente, si trasforma nella verde e fertile valle di Guadalupe. Qui antiche comunità russe hanno reso famosa e fondato la ruta del vino messicano. La fila alla frontiera è più veloce del previsto, rientriamo a Los Angeles per affidarci nuovamente ai nostri food advisor per il nostro personale Man vs Food. Assaporiamo l’ultima delle gustose, a volte esplosive pietanze messicane, sfidando con coraggio le dimensioni spropositate dei famosi burritos di Manuel’s Original. Un viaggio appassionante tra scenari da film, lungo un itinerario lento e variegato, ricco di colori e sapori messicani. Questo è il ricordo indelebile della nostra avventura invernale… Al caldo!
più di 2.000 chilometri da los angeles a sud lungo la penisola, oltre il confine


Mentre sono in volo verso il Messico penso a quando guidai una moto l’ultima volta. Sono passati trentacinque anni, mi chiedo come potrò raccontare per immagini questo viaggio senza essere un biker. Il mare di Los Cabos, i colori e i sorrisi della gente mi mettono subito a mio agio. Incontriamo Stefano, la sua scelta è vivere qui, lontano dai mali del nostro tempo. Ci accompagna nella visita del posto. Poi d’improvviso lei, maestosa, brillante, i mille riflessi delle cromature, il cuore si apre davanti a sua maestà Electra Glide. Time to ride. Salgo con la macchina fotografica al collo, Cristiano è il biker che mi conduce con una guida sicura: non scenderò più! Il senso di libertà è avvolgente, il deserto non ti abbandona mai. Lunghi tratti di rosso si accompagnano al blu del cielo e sulle strade della Baja California il senso di libertà sale alle stelle Marco Mencaccini di Kanaloa, un esperto in tour in moto negli USA alle lunghe braccia del popolo dei cactus. Messico e nuvole, ma la faccia non è triste. Scherziamo con i militari messicani ai blocchi stradali; la provenienza dal paese del cibo buono, in cui risiede Papa ”Pancho”, ci aiuta. La strada procede dritta verso l’orizzonte. Nessun raccordo anulare.


È meraviglioso essere qui, le note del motore mi accompagnano, il corpo perde la sua dimensione, nessuna fatica. El pescado del dia o le fajitas mi ristorano. La Paz, Loreto, Todos Santos, le bettole accompagnate da ”zio Jack”… Il viaggio è incredibile, forse più avanti incontreremo Zorro! Ensenada, giorno dell’equinozio. Al semaforo una coppia di ragazzi in costume Inca non lavano vetri ma ballano e suonano. Un ”Lincoln” lascia la mia tasca, ci sta tutto. Ricevo il mio battesimo del fuoco, la marmitta colpisce ancora e, con corsa lunga Non saranno dei biliardi ma le strade della Baja sono percorribili senza problemi 150 lowride magazine la caviglia in fiamme, il tasso di biker in me aumenta. Tornati negli USA è un po’ come sentirsi a casa. Le highway da San Diego verso Los Angeles, lo stile street di Venice Beach. Le ultime staccate e poi salutiamo l’Electra. Scorrono i titoli di coda. I ricordi vanno all’abbraccio in acqua con i leoni marini, alle balene, al deserto, alla nostra tour leader di EagleRider. Un pensiero va ai miei magnifici compagni di viaggio e a Marco di Kanaloa che ha reso tutto questo possibile. Tornato a casa, sto seguendo una scuola guida motociclistica. Il desiderio di ritornare da protagonista è forte…