Un curioso misto di folklore polinesiano e american way of life...
Certi luoghi sono visitati centinaia di volte solo con l’immaginazione, senza avervi mai messo piede. Destinazioni da sogno alle quali non penseremmo mai per un viaggio in moto. Eppure a me è capitato di guidare una Harley in mezzo a una vegetazione lussureggiante, con il Pacifico all’orizzonte, e di pensare improvvisamente: Diavolo, lo sto facendo sul serio, questo è l’asfalto delle Hawaii!
Durante le mie prime digressioni filosofiche attorno alla moto, da ragazzino, mi divertivo a pensare l’asfalto come un’entità globale… Un infallibile strumento di connessione con tutti i posti remoti che popolavano i miei sogni. Mi chinavo poggiando il palmo della mano sul lungo nastro nero, pensando ingenuamente: queste sono le stesse strade della Russia. Almeno in teoria, tra le arterie di bitume della mia piccola città di provincia e le più estreme propaggini del continente europeo, poteva esistere la continuità assoluta. La moto costituiva un mezzo eccellente per coprire le distanze, che diventavano un dettaglio. Ero giovanissimo e in questo modo escludevo a priori le destinazioni oltreoceano. Anche pensando alla vicina Sardegna la magia s’interrompeva al porto di Civitavecchia. Qualche anno dopo avrei fatto pace con il traghetto, per poi poggiare con gran godimento le ruote della mia moto su strade splendide. Recentemente ho capito anche che si può attraversare il mondo su un aereo, saltare in sella a una moto a noleggio e intraprendere viaggi fantastici, mentre la nostra bella riposa in garage. Si tratta di una prova di maturità: vuol dire che abbiamo sublimato il concetto di motocicletta e ne siamo diventati fruitori a 360 gradi.
Nell’arco di un’ora il tempo può cambiare mille volte, rendendo il viaggio vario e interessante…
Questo il pensiero che aleggia nella mia mente mentre, assieme all’amico Marco Mencaccini, ritiro la ”mia” FLST presso Eagle Rider di Maui e punto la ruotona da 16” verso Hana. Marco è il titolare dell’agenzia di viaggi Kanaloa tramite la quale organizza viaggi in Harley-Davidson attraverso gli States per clienti e amici. Da un po’ di tempo stava insistendo perché qualcuno di noi lo accompagnasse in questo insolito viaggio. In realtà non c’è voluto molto a convincerci; così, dopo aver tirato a sorte, mi ritrovo a scorrazzare per le strade di Maui, di Ohau e della sconfinata e selvaggia Big Island. Provo sensazioni indimenticabili. La necessità di esplorare la maggior parte dei posti di rilievo in soli sette giorni impone ritmi un po’ sostenuti; una faticaccia, ma nulla che non si riesca a sistemare la sera, sorseggiando un Mai Tai o due, mentre il sole si tuffa in mare. Maui è un’isola che offre al visitatore spunti naturalistici imperdibili e condizioni eccezionali per la pratica del windsurf; siamo nel luogo dove questa disciplina viene spinta ai massimi livelli.
Diretti verso Hana, durante il primo giorno di viaggio facciamo sosta presso la famosissima spiaggia di Hookipa; qui sembra di vivere ancora il meglio degli anni 80 nei colori e nello stile di vita spericolato dei surfisti a vela. Trascorriamo ore ammirando le figure che questi spericolati riescono a disegnare su onde altissime con un’attrezzatura così ingombrante. Proseguendo lungo la strada ci immergiamo in una natura rigogliosa, convivono migliaia di varietà botaniche: eucalipti alti come palazzi fanno da cornice al nostro viaggio.


Il percorso è misto e include curve strette: tra uno stupore e l’altro apprezzo l’eccezionale equilibrio dinamico dell’Heritage, mentre Marco sul Super Glide se la spassa letteralmente. Spezziamo la fame grazie a un indimenticabile “huli huli chicken” acquistato per strada; a detta di entrambi il miglior pollo alla brace mangiato nella nostra vita! Dopo Hana puntiamo verso il vulcano Haleakala, coprendo un dislivello di 10.000 piedi, quasi tremila metri. La differenza si nota anche nelle temperature, che precipitano. Marco, sottovalutando la varietà del clima isolano, è partito solo con abiti leggeri. Assisto divertito allo show del pantalone antipioggia indossato come giacca, ma passare nel giro di poche curve da 25 a 3 gradi centigradi impone di fare necessità virtù; in giro non si trovano quotidiani da infilare sotto la maglia… Iniziamo a guidare dentro e poi sopra le nuvole, in mezzo a boschi di conifere come ne avevamo ammirati solo in Trentino; la vista del cratere a 3.000 metri d’altezza toglie il fiato! Dopo solo due giorni e un altro aereo ci troviamo a Honolulu, tappa classica per chi viene qui per la prima volta, forse non obbligatoria. Di tutte le belle sorprese dell’isola resteranno nella nostra memoria la gentilezza e la professionalità del personale di Eagle Rider nella capitale hawaiiana e il coraggio dei kamikaze del surf che, sulle onde di North Shore e Sunset Beach, si giocano l’osso del collo e il titolo di campione nel Vans contest Triple Crown.
La spiaggia di Waikiki e Pearl Harbor invece fanno rimpiangere quello che deve essere stata l’isola una volta, prima che l’arcipelago diventasse la cinquantesima stella sulla bandiera degli Stati Uniti. Prima di scappare su Big Island andiamo alla ricerca dei tiki; li troviamo scolpiti a mano da un vecchio artigiano. Pur essendo di legno, le divinità hanno il prezzo dell’oro, ci accontentiamo di noci di cocco fresche e ananas a fette. La Grande Isola ci accoglie nel suo vulcanico abbraccio, attorno a noi il nero delle rocce e della sabbia permea tutto. Sulla spiaggia di Punalu’u, conosciuta anche come Black Sand Beach, abbiamo la fortuna di incontrare le enormi tartarughe F ondata da un biker pensando anche ai biker, Kanaloa è un’agenzia specializzata nell’offerta di pacchetti dedicati a chi vuol cavalcare il mito nei luoghi dove è nato. Marco Mencaccini propone viaggi completi che comprendono il volo, il noleggio della moto e il meglio delle catene alberghiere, avvalendosi dei servizi del collaudato tour operator Naar. Viene privilegiata l’autonomia, quindi si parte da soli confortati da un’efficace assistenza telefonica a distanza, disponibile ventiquattro ore al giorno. Da poco Marco ha messo online un nuovo sito web. www.americainmoto.it verdi del Pacifico che annaspano sulla sabbia nera. Concludiamo la nostra esperienza visitando il parco nazionale Hawaii Volcanoes, consapevoli che c’è ancora molto da vedere, ma oramai un aereo già ci aspetta all’aeroporto di Kona. La certezza è che prima o poi qui bisognerà tornare, ancora una volta in moto, meglio ancora se in Harley!